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Il giorno della civetta, oppure la notte?

Immagine del redattore: Marco MastrorilliMarco Mastrorilli

Perchè la civetta canta al crepuscolo?

Quante volte vi è capitato di ascoltare durante l’estate, almeno una volta, il canto di una civetta?

Questo rilievo nasce dal fatto, che specie nel periodo estivo, le nostre finestre, per rinfrescarci, restano aperte anche di notte, perché, rispetto all’inverno, frequentiamo maggiormente i luoghi all’aperto e quindi siamo portati a credere che questa specie sia più vocifera in questo periodo.

La verità è che in estate, specie da luglio a settembre agli adulti presenti si aggiungono molte giovani civette che hanno un’attività vocale molto intensa.

Nonostante la civetta sia anche soprannominata “la fata della notte”, le sue abitudini non sono poi così notturne.

Rispetto ad altri predatori notturni, infatti, la civetta ha l’abitudine di muoversi, di riposarsi ed alimentarsi anche in pieno giorno, rendendosi visibile agli occhi di molti neofiti naturalisti.

Chi conosce le civette, è consapevole che questi piccoli predatori cercano di sfruttare in modo ottimale l’ecosistema che hanno colonizzato e, se vi sono buone risorse trofiche o devono sostenere la propria nidiata, non si esimono dal muovere autentiche battute di caccia anche in pieno giorno e al crepuscolo.

In quello che gli ornitologi amano definire il display di corteggiamento, le civette nascondono un segreto etologico che è stato svelato nelle pagine della rivista Behavioural Ecology and Sociobiology e che apre uno scenario di anche non esclusivamente legato all’oscurità notturna.




Già svariati anni fa, l’ornitologo tedesco Klaus Michael Exo, rimase tanto affascinato dalle vocalizzazioni delle civette da studiarle in modo approfondito, portando alla luce aspetti inediti.

Exo in un articolo pubblicato dal Journal of Ornithology, pose grande attenzione allo studio dei versi delle civette e definì un’eclatante variabilità di vocalizzi tanto che con una visione zoo-antropomorfica, potremmo definire tale programma vocale quasi sinfonico!

Pensate che grazie alle combinazioni di 22 note di base, alcune condivise tra maschi e femmine, la civetta riesce ad ottenere un inventario di ben 40 segnali acustici che la contraddistinguono come la specie più poliglotta, tra i rapaci notturni europei.

L’ornitologo tedesco ha scoperto che il maschio emette un ripetuto e squillante Guck, il suo canto territoriale più frequente e usato, con un’alternanza di strofe intervallato da pause, che solitamente variano da 3 a 5 versi per volta.

Ma veniamo alla novità: un gruppo di ornitologi francesi ha scoperto che i maschi cantori utilizzano la loro “voce” per conquistare le compagne (fin qui niente di nuovo); ma esiste un momento della giornata durante il quale si assiste ad un’intensificazione di questi tweet amorosi: una sorta di serenata-concerto per Lady Civetta!

Hardouin e i suoi collaboratori, che hanno lavorato sotto l’egida del Centre d’Etudes Biologiques de Chizé, hanno cercato di capire se le civette hanno un momento della giornata durante il quale il loro canto può avere un significato sociale più definito e non limitato ai canti di allarme.

I risultati sono davvero sorprendenti, ma non per chi crede che la comunicazione tra gli animali esista, sebbene basata su un linguaggio intricato e quasi totalmente inesplorato.

L’abitudine di cantare all’alba è una caratteristica etologica nota in molti piccoli uccelli (Passeriformi) in virtù della comprovata consuetudine che delinea nei vocalizzi emessi all’alba, lo strumento che sancisce le gerarchie sociali e di coppia e definisce le qualità dei maschi e dei loro potenziali rivali.

I civettologi francesi hanno cercato di capire se questo aspetto etologico si riproponga anche per questi predatori notturni, ma da quanto è emerso ci sono alcune differenze interessanti.



Gli autori della ricerca hanno ipotizzato che cantare al crepuscolo per un maschio di civetta possa essere un modo utile per esternare un buono stato di forma; poiché tale momento della giornata si pone prima delle battute di caccia, si può presupporre che un canto crepuscolare sia un segnale onesto, di buona fitness ed efficace capacità di cattura delle prede.

Se la civetta fosse debole e denutrita avrebbe meno forza per cantare al crepuscolo, questo contrasto è sufficiente agli etologi per definire il canto corale crepuscolare come un segnale onesto.

Cioè la femmina è consapevole che trovare un maschio con una forte propensione al canto crepuscolare è probabile che sia un individuo forte, capace di cacciare in modo sostenuto quando se concederà avrà la nidiata da accudire.

Il risultato emerso dalla ricerca dimostra che le civette, al contrario dei Passeriformi, scelgono il crepuscolo, ovvero il momento prima del tramonto, come periodo topico per esibirsi in un concerto con il quale attirare le attenzioni delle loro future partner.

Quindi per le civette, che spesso sentiamo cantare all’imbrunire, quel momento si trasforma nel loro magic moment per conquistare le femmine.


Per scoprire tutti i segreti sul mondo misterioso delle civette e dei rapaci notturni, non vi resta che venire al Festival dei Gufi il 4/5 maggio 2019 a Villa Castelbarco, Vaprio d'Adda, Milano.

Per saperne di più visita il sito www.festivaldeigufi.it

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